Nel precedente articolo abbiamo introdotto la Cervicalgia, ovvero il dolore cervicale, oggi invece tratteremo un argomento correlato ma più specifico: La Cervicobrachialgia.
Vi è mai capitato di avere male al collo con il dolore che tende ad espandersi anche lungo l’arto superiore? Ecco questo è il caso della cervicobrachialgia, ovvero un disturbo cervicale che può generare un’irradiazione del dolore fino al braccio e talvolta fino alla mano. Oltre al dolore possono esserci sintomi come intorpidimento, formicolio, o disturbi della sensibilità e/o della forza.

Anatomia del tratto cervicale
Prima di addentrarci nelle spiegazioni più specifiche della cervicobrachialgia, è importante fare una rapida panoramica riguardo il collo e le sue strutture anatomiche.
Il collo è composto da 7 vertebre cervicali articolate tra loro attraverso: le articolazioni delle faccette vertebrali o zigoapofisarie ed il disco interverterbrale (solo da C2 in giù).


In corrispondenza di ogni livello vertebrale vi è uno spazio, creato dall’unione di due vertebre contigue, chiamato forame intervertebrale. Da qui fuori esce la radice nervosa, ognuna di queste radici innerva un territorio di riferimento, garantendone la sensibilità e la forza.
In maniera molto semplificata possiamo dire che:
la parte superiore del collo è innervata dalle radici nervose delle vertebre più alte . Mentre la parte inferiore del collo, gli arti superiori e la zona tra le scapole sono innervate dalle radice nervose che fuoriescono dalle vertebre più basse, in particolar modo da C5, C6, C7 e C8.
Queste ultime 4 radici nervose, si fondono tra loro originando il plesso brachiale, che a sua volta origina i nervi periferici del braccio, i principali sono: il Nervo mediano, il nervo radiale e il nervo ulnare.
Quali sono le cause della Cervicobrachialgia ?
La cervicobrachialgia, come si evince anche dal nome , è un dolore al braccio correlato ad una problematica del tratto cervicale. L’irradiazione al braccio è associata al coinvolgimento di una radice nervosa.
La condizione patologica è sovrapponibile alla lombosciatalgia, solo che nel caso della cervicobrachialgia il disturbo è cervicale e si espande all’arto superiore, mentre nella lombosciatalgia il disturbo è lombare e si espande all’arto inferiore!
E’ facile intuire come, esistendo 7 vertebre cervicali diverse con 8 radici nervose differenti, la sintomatologia dolorosa varierà in base al livello vertebrale coinvolto.
In particolar modo, un coinvolgimento delle ultime 4 radici cervicali (responsabili della formazione dei nervi periferici del braccio), genererà un dolore riferito nel territorio tra la spalla e la mano differente in base al livello vertebrale coinvolto.
Le cause di origine della cervicobrachialgia possono essere:
- Degenerazione articolare delle vertebre cervicali con fenomeni di artrosi e conseguente riduzione dello spazio del forame vertebrale (spondilosi con formazione di osteofiti).
Causa il 75% delle Radicolopatie cervicali; - Ernie del disco con possibile compressione sulla radice nervosa. Causa il 25% delle Radicolopatie cervicali;
- Fenomeni infiammatori dei tessuti limitrofi alla radice nervosa, che indirettamente viene coinvolta;
- Anomalie congenite o altre condizioni di restringimento del forame intervertebrale (Metastasi, Mieloma, Patologie demielinizzanti etc.).
- Sindrome dello Stretto Toracico.

Quali sono i sintomi della Cervicobrachialgia?
I sintomi come detto in precedenza possono variare di localizzazione e di intensità, ma presentano alcune caratteristiche comuni:
- Solitamente i sintomi sono monolaterali, molto raro il coinvolgimento bilaterale;
- Dolore varia da moderato ad intenso, spesso descritto come bruciante ed associato a scosse elettriche;
- Il dolore può comparire con il movimento del collo o del braccio oppure mantenendo alcune posizioni per tempi prolungati. In fase acuta, possibile la presenza di dolore notturno;
- Sensazione di formicolio ed intorpidimento lungo il braccio e talvolta fino alla mano;
- Possibile una riduzione della sensibilità con difficoltà nel percepire gli stimoli tattili;
- Possibile una riduzione della forza muscolare di alcuni muscoli del braccio.


Cosa fare in caso di Cervicobrachialgia ?
Se ti riconosci nella manifestazione dei sintomi e nelle caratteristiche sopradescritte, è importante fare una valutazione con professionisti specializzati!
La notizia positiva è che la sintomatologia spesso tende progressivamente a diminuire in modo spontaneo. La notizia negativa, invece, è che non esiste un’indicazione temporale precisa! Quindi la durata della cervicobrachialgia e soprattutto le manifestazioni sono variabili da caso a caso!
E’ utile quindi fare una valutazione fisioterapica per escludere problematiche gravi che possono mimare la sintomatologia (Tumori o Neuropatie), inquadrare la situazione patologica ed impostare il giusto percorso terapeutico.
La diagnosi sarà per lo più basata sulla storia dell’evoluzione del sintomo e sulla manifestazione clinica dei sintomi. Attraverso Test specifici sarà possibile valutare la condizione dolorosa, la mobilità del collo, la presenza di formicolio e possibili deficit di forza e/o sensibilità.
Possono essere utili anche alcune indagini strumentali, soprattutto nel caso ci siano dubbi diagnostici o nel caso in cui le manifestazioni cliniche non appaiono chiare.
La radiografia è utile se si sospettano dei cambiamenti degenerativi significativi delle articolazioni del paziente. Mentre invece la Risonanza Magnetica è utile per valutare la condizione dei dischi intervertebrali, non valutabili alla radiografia.
MA ATTENZIONE purtroppo è pieno di falsi positivi!! Con indagini diagnostiche che evidenziano situazioni degenerative avanzate ma NON correlate ad alcun sintomo, e viceversa.
Quindi dare sempre il giusto peso alle immagini strumentali e condividerle con un professionista specializzato !!!

La Fisioterapia può servire in caso di Cervicobrachialgia?
SI, infatti il trattamento è quasi sempre conservativo! Fortunatamente, i casi in cui è necessario ricorrere alla chirurgia sono pochissimi e l’intervento è sempre da considerarsi come ultima spiaggia!
La Terapia Manuale è utile nella riduzione del sintomo. Attraverso tecniche di apertura dei forami vertebrali e di trazione è possibile ridurre la compressione sulla radice nervosa, riducendo cosi il dolore. Oltre a questo è importante lavorare attivamente sul disturbo, attraverso l’Esercizio Terapeutico. Esercizi specifici per ridurre il sintomo, recuperare la mobilità, la forza e la funzione del collo e del braccio.
Molto utile anche la Neurodinamica, ovvero tecniche fisioterapiche di mobilizzazione del sistema nervoso.
Infine anche l’approccio farmacologico è importante, soprattutto nella fase acuta. Consultare sempre un medico per la scelta del farmaco e il suo dosaggio!
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